Balestra deriva dal latino
Balista. Arma formata da un arco fissato ad un fusto di legno
e da un dispositivo atto a tener ferma al fusto (teniere)
la corda, una volta tesa, e a farla scattare al momento
opportuno per lanciare un dardo. L'arco della Balestra è
normalmente d'acciaio, talvolta di legno o di osso o di
corno. Il teniere quasi sempre di legno e talvolta di ferro e
di acciaio, è provvisto di una scanalatura nella quale scorre
la freccia
che
da essa è guidata. L'arma comprende: ad una estremità del
teniere, una specie di calcio che il balestriere appoggia alla
propria spalla quando deve mirare; all'altra estremità una
staffa o gancio (corona) per caricare l'arma e per
assicurare la balestra al perno del banco. Gli antichi Assiri,
Babilonesi, Greci ed Egiziani, probabilmente conoscevano le
Balestre; ma esse erano certamente note ai Romani. Nel
Medioevo la Chiesa Cattolica (concilio del laterano 1139)
vietò l'uso di queste armi da parte di cristiani contro
cristiani, permettendolo solo contro gli infedeli, ma nel 1198
Riccardo, Cuor di Leone, adottò le Balestre nel suo esercito.
Esse erano di varia grandezza e di varia conformazione, a
seconda dell'uso cui erano destinate. Venivano impiegate da un
fante oppure erano istallate sopra cavalletti o carri per la
difesa delle mura o per la battaglia in campo aperto. Le
balestre erano impiegate per lanciare e, più spesso, frecce
pesanti a testa quadrangolare od a bottone. Venivano altresì
usate frecce incendiarie, formate con sostanze bituminose,
accese prima del lancio. Successivamente questi ordigni
di guerra vennero sostituiti dalle armi da fuoco. Oggi la
balestra antica italiana viene usata per manifestazioni storiche
quali il palio della balestra fra le città di Gubbio e Sansepolcro
e nella disputa del campionato italiano fra le cinque città
federate, Sansepolcro-Gubbio-San Marino-Lucca-Massa Marittima.
Come arma è inoltre ricercata da collezionisti e amatori di armi
antiche.
Tratto da:
Enciclopedia Motta
-quarta edizione-
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