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  BALESTRA ANTICA ITALIANA

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Balestra di proprietà dell' Ing.Fabrizio Innocenti.
E' la seconda delle tre balestre disegnate da Alessandrini.
Il Tema è appunto l'Aqulia,la regina del cielo. Uccello che sin dalle prime origini del cristianesimo fu  disanimalizzato, per non essere confuso con gli altri dal carattere puramente sessuale. Nell'arte è da sempre contrapposta alla figura del serpente (il demonio) e spesso come nel caso dell'arte Greca e Romana  è rappresentata con i fulmini di Giove fra gli artigli. L'aquila nella storia, antica e moderna, è sempre simbolo dell'Impero.

                   

 
 

Franco Alessandrini è senza dubbio un artista completo che partendo dalla pittura è arrivato alla scultura passando anche per la grafica e il mosaico. Il “personaggio” è peraltro oggetto di ricerca e studio. Il ricordo tangibile di pittore che a Sansepolcro in molti conservano, anche attraverso litografie o semplici copie su carta dei suoi dipinti, è quello di un realismo frantumato che la critica americana ha definito a suo tempo “vibrasive”, termine privo di una letterale traduzione ma pur sempre allusivo. Questo stile è rilevabile nei tanti quadri che riproducono i movimenti degli sbandieratori di Sansepolcro. La sua creatività è però in continua evoluzione e l’impegno profuso, specie in ultimo, nella realizzazione di opere scultoree è da considerare un passaggio pressoché naturale. In questo contesto, spiccano il monumento all’emigrante nel vecchio porto di New Orleans, la fontana con Cristoforo Colombo, quella realizzata per l’azienda Aboca con il caduceo degli speziali e, sempre a Sansepolcro, la statua di Luca Pacioli eretta per il 500enario della “Summa” e il San Francesco che osserva la vallata dal convento di Montecasale, non dimenticando – ancora a New Orleans – il mosaico bizantino in tessere di vetro commissionatogli per l’arredo del centro convegni e – di nuovo a Sansepolcro – la tela della Crocifissione nella vecchia chiesa di Santa Maria al Melello.

 
 

Il re degli uccelli, l’Aquila, è presente in scritti antichissimi e sempre sotto valenze positive. Un testo babilonese, purtroppo conservatosi solo in forma frammentaria, narra dell’ascensione al cielo, alla ricerca della pianta della nascita, del re Etana sorretto da un’aquila. Sulle vetrate gotiche è dipinta mentre porta in alto i suoi piccoli, che ancora non sono in grado di volare, per insegnare loro a guardare la luce del Sole. Nella mitologia gallese l’aquila è legata a Lleu Llaw Gyffes, il dio della luce che prese tale forma per sfuggire all’imboscata tesagli dall’amante della moglie. Simbolo dell’Evangelista Giovanni e attributo abituale del profeta Elia asceso al cielo e del Cristo risorto, l’aquila mantiene nell’iconografia cristiana solo significati positivi (forza, rinnovamento, contemplazione, perspicacia, natura maestosa), che corrispondono a quelli che erano considerati gli attributi di Giove, il cui animale simbolo era appunto un’aquila. La costellazione dell’Aquila, che risale all’antichità, si trova nella Via Lattea ed è una regione abbondante di novae (stelle vecchie che manifestano improvvisi e cospicui aumenti di luminosità, fino a 10.000 volte). La stella più brillante di Aquila, Altair, una stella bianca distante 16,1 anni luce, costituisce uno dei vertici del cosiddetto Triangolo Estivo, visibilissimo sopra le nostre teste appunto nei mesi estivi.

 

 
  BALESTRA ANTICA ITALIANA

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